Carmine Civitate

1979
18 Luglio, Torino
Carmine Civitate, 38 anni, Esercente

Lo scontro a fuoco del bar dell’Angelo fu un episodio di violenza durante gli anni di piombo, avvenuto a Torino il 28 febbraio 1979 all’interno di un bar di via Paolo Veronese, nei pressi di piazza Stampalia. Nell’improvviso conflitto a fuoco tra alcuni agenti di polizia, richiamati nel locale dalla segnalazione di un esercente, e due componenti del gruppo terroristico Prima Linea, un poliziotto rimase ferito, mentre Matteo Caggegi e Barbara Azzaroni, due militanti dell’organizzazione presenti nel locale, vennero uccisi. I terroristi si trovavano nel locale per preparare un agguato al consigliere comunista Michele Zaffino, impegnato nel progetto del PCI di coinvolgimento della popolazione cittadina torinese nella lotta al terrorismo mediante la diffusione di questionari.

Le circostanze dello scontro a fuoco, la presunta delazione dell’esercente del locale e i rapporti di amicizia tra i militanti di Prima Linea innescarono una serie di successivi episodi violenti, come il fallito agguato di ritorsione alla bottiglieria di via Millio e l’uccisione per errore del proprietario del bar dell’Angelo, Carmine Civitate, in realtà estraneo alla vicenda.

(…) Il fatto di sangue del bar dell’Angelo suscitò grande emozione nella città di Torino e giornali e televisioni diedero ampio risalto alla notizia; in particolare vennero diffuse immagini e riprese audiovisive del locale e dei corpi dei due terroristi stesi a terra, parzialmente svestiti, sommariamente ricoperti con una parte dei loro abiti, a piedi nudi con gli stivali disposti accanto ai cadaveri. La morte violenta di Caggegi e della Azzaroni provocò reazioni emotive molto intense nella base giovanile di estrema sinistra del movimento, vicina alle posizioni dei gruppi di lotta armata, insieme a richieste di rappresaglie e di risposte militari; ai funerali di Barbara Azzaroni a Bologna parteciparono in massa gli studenti dell’università in un’atmosfera emozionata, carica di tensione, di forte partecipazione e di richiami rivoluzionari estremistici.

Gli eventi del bar dell’Angelo in realtà finirono per innescare una sequenza di ulteriori fatti di sangue provocati dalla reazione violenta dei componenti di Prima Linea di Torino che, fortemente coinvolti emotivamente dagli avvenimenti, agirono in modo del tutto inconsulto e irrazionale. Il 9 marzo 1979 un commando di cinque uomini, guidato da Maurice Bignami, effettuò il tragico agguato di Via Millio contro una pattuglia della polizia che si concluse con feriti da entrambe le parti e la morte di un giovane, Emanuele Iurilli[17], che tornava a casa dalla scuola che frequentava e che era situata proprio nei pressi del bar dell’Angelo.

Il 18 luglio 1979, ancora desiderosi di vendetta, i militanti di Prima Linea organizzarono l’agguato, all’interno del bar dell’Angelo, contro il proprietario del locale, Carmine Civitate, ritenuto erroneamente, sulla base di informazioni confuse e inattendibili, l’autore della delazione che aveva allertato la polizia e permesso di cogliere di sorpresa Caggegi e la Azzaroni. Civitate venne ucciso da Bignami e Marco Donat-Cattin. Solo in un secondo tempo i terroristi appresero la totale estraneità del proprietario del locale ai fatti: durante l’attentato lo sfortunato barista, che aveva rilevato il bar appena un paio di settimane prima, era nel retro a dormire, e ad allertare le forze dell’ordine era stata la segnalazione del proprietario della tabaccheria vicino al bar che aveva notato i quattro giovani nella Fiat 128 perché si era insospettito quando Azzaroni e Caggegi gli avevano richiesto l’acquisto di maschere di carnevale quando in quel giorno si celebrava l’inizio della quaresima.

La serie di fatti di sangue collegata al bar dell’Angelo esemplificò tragicamente la realtà delle grandi città italiane del nord negli anni del cosiddetto “terrorismo diffuso”: una lunga serie di vicende caratterizzate da furori ed emotività, da una grande carica di violenza non solo a sfondo ideologico, da avventurismo politico, da una cultura della rappresaglia e del giustizialismo, dall’irrazionalità e dalla confusione ideologica della base giovanile vicina alle posizioni della lotta armata. Gli eventi del bar dell’Angelo segnarono anche l’inizio della fine dell’organizzazione Prima Linea, lacerata da contrasti interni, disgregata dall’efficace attività delle forze dell’ordine e dal fenomeno del pentitismo, degenerata in una serie di inutili e sanguinose azioni militari sempre più violente e irrazionali.

Fonte
Wikipedia
Scontro a fuoco del Bar dell’Angelo

Approfondimenti
Spazio70
Prima Linea uccide Carmine Civitate
Johannes Buckler

Il Libro


da Aiviter

Il Bar dell’Angelo, da Wikipedia

Caggegi e Azzaroni, da Wikipedia

Carmine Civitate, da Wikipedia