Roberto Crescenzio

1977
01 ottobre, Torino
Roberto Crescenzio, 22 anni, studente universitario lavoratore

La mattina del 1º ottobre 1977 si tenne a Torino una manifestazione organizzata da Lotta Continua, dai circoli del proletariato giovanile e da Autonomia Operaia, in risposta all’uccisione di Walter Rossi (vedi scheda), militante di sinistra, avvenuta il giorno precedente a Roma. La manifestazione, iniziata intorno alle 10:30 dopo l’arrivo in piazza Solferino dei tre cortei (il primo da via Cernaia, il secondo da via Po ed il terzo da via Nizza), vide la partecipazione di circa 3000 persone.
Il corteo si diresse dapprima verso corso Francia, dove c’era la sede del Movimento Sociale Italiano, e durante il tragitto vi furono episodi di violenza di vario genere: vennero lanciate bombe Molotov verso la sede della CISNAL di via Mercantini; due automobili e un tram furono incendiati; cubetti di porfido e bulloni vennero lanciati verso le forze dell’ordine; venne assaltato un negozio di jeans e l’automobile del consigliere provinciale dell’MSI Francesco Carlino.
Dopo alcuni scontri con la polizia in corso Francia, alle 11:30 il corteo si ricompose e si diresse verso Palazzo Nuovo, dove era programmata un’assemblea; ma arrivati in via Po un gruppo di una decina di militanti mascherati prese d’assalto, intorno alle 11:45, un locale del centro cittadino, l'”Angelo Azzurro”, ritenuto luogo di ritrovo abituale di elementi legati all’estrema destra cittadina; in realtà il locale era gestito da una coppia di sinistra, i coniugi Luigi De Maria e Maria Benedetta Evangelista, ma la voce era nata in quanto un ragazzo di estrema destra aveva festeggiato il compleanno proprio nel bar discoteca. Non era la prima volta che il bar veniva assalito: il 22 aprile 1977 era già stato incendiato una prima volta, seppur con piccole conseguenze, in quanto definito covo di fascisti e locale borghese.
All’interno erano presenti due avventori occasionali, Diego Mainardo, studente di ingegneria e operaio alla Fiat e il suo amico Roberto Crescenzio, studente lavoratore figlio di immigrati dal Veneto, oltre al personale del locale (il titolare, sua moglie e un barista, Bruno Cattin); gli estremisti comunisti delle Squadre armate proletarie lanciarono alcune Molotov all’interno del bar-discoteca, il quale fu subito preda delle fiamme.
Mainardo venne trascinato fuori e picchiato, mentre il personale riuscì a fuggire dal retro; Crescenzio invece cercò scampo nella toilette e, intrappolato, quando tentò la fuga rimase gravemente ustionato sul 90% del corpo perché l’incendio si era esteso anche alla moquette. Trasformato in una torcia umana, riuscì a raggiungere via Po, dove venne soccorso da alcuni passanti, adagiato su una sedia e ricoverato all’Ospedale CTO.
La morte sopraggiunse due giorni più tardi e Crescenzio venne seppellito nel cimitero di Sassi.
Nell’edificio attiguo a quello dove si trovava il locale, tre persone (un’anziana donna, suo nipote di tre anni e la babysitter di quest’ultimo) rischiarono la morte per asfissia a causa del fumo, e furono tratte in salvo dai vigili del fuoco quando già erano prive di sensi.
L’attentato incendiario non fu mai rivendicato da nessuno. Il fatto fu genericamente attribuito a militanti di Lotta Continua e dei circoli del proletariato giovanile, ma per alcuni presunti responsabili non si andò oltre le imputazioni di radunata sediziosa e corteo non autorizzato. Anni dopo, il terrorista pentito Roberto Sandalo (con altri due militanti, Roberto Vacca e Daniele Sacco Lanzoni), riguardo agli avvenimenti di quel giorno riferì alle autorità alcuni nominativi. Sandalo non era presente alla manifestazione, a differenza di Vacca e Sacco Lanzoni, pur tuttavia la sua testimonianza fu considerata tra le prove a carico di alcuni degli indiziati.
Nel corso del processo in Corte d’appello nel 1984, fu emessa sentenza di condanna per concorso in omicidio colposo aggravato a carico di Stefano Della Casa (dirigente di Lotta Continua), Angelo Luparia, Alberto Bonvicini, Angelo De Stefano e Francesco D’Ursi con pene che variavano tra i 3 anni e tre mesi e 3 anni e 10 mesi. Peter Freeman fu invece assolto, come pure Silvio Viale, ora consigliere comunale, imputato solo dell’assalto alla sezione del MSI. Viale è stato l’unico degli imputati a scusarsi con la mamma di Crescenzio, Elvira Bacchetto, in una lettera aperta scritta nel 2002: «… È giusto chiedere pubblicamente perdono alla madre di Roberto Crescenzio. Lo faccio….. per chi non può farlo».

Fonte
Wikipedia
Assalto all'”Angelo Azzurro” di Torino – Wikipedia
Approfondimenti
Corriere Torino
Roberto Crescenzio, l’Angelo Azzurro e quella ferita mai guarita | Corriere.it
La Stampa
https://www.lastampa.it/torino/2016/06/13/news/il-1977-torinese-anno-degli-scontri-dalla-guerriglia-in-corso-francia-al-rogo-dell-angelo-azzurro-1.34987256/
Spazio70
https://spazio70.com/anni-70/prima-linea-e-altre-formazioni-armate-di-sinistra/torino-1977-latroce-morte-di-roberto-crescenzio/
Sound
Loquis
Attentato All’angelo Azzurro, Torino Podcast – Loquis


da Aiviter

da La Repubblica

da Mole24