Lino Sabbadin

1979
16 febbraio, Santa Maria di Sala (VE)
Lino Sabbadin, 45 anni, macellaio

L’omicidio di Lino Sabbadin avvenne a Santa Maria di Sala (VE) il 16 febbraio 1979 durante gli anni di piombo. La vittima, un macellaio militante del Movimento Sociale Italiano[1], venne assassinato in una rapina organizzata da membri del gruppo Proletari Armati per il Comunismo. Prima dell’attentato nei suoi confronti, Lino Sabbadin nel corso di una rapina ai suoi danni aveva sparato a un rapinatore, uccidendolo. Il 16 febbraio 1979 si trovava nella macelleria di sua proprietà, a Caltana, frazione di Santa Maria di Sala, nella provincia di Venezia, quando un commando di terroristi lo uccise per punirlo per aver reagito alla precedente rapina.

L’omicidio fu rivendicato dalla formazione terroristica di sinistra Proletari Armati per il Comunismo (PAC) in segno di solidarietà alla piccola malavita che «con le rapine porta avanti il bisogno di giusta riappropriazione del reddito e di rifiuto del lavoro»[2]. Lo stesso giorno, a Milano, un altro nucleo dei PAC uccise il gioielliere Pierluigi Torregiani, anch’egli in precedenza coinvolto nell’uccisione di un rapinatore. Gli assassini, membri del gruppo terroristico Proletari Armati per il Comunismo furono individuati in Cesare Battisti e Diego Giacomin (esecutore materiale). Battisti nel 1981 evase dal carcere di Frosinone e si rifugiò in Francia e in Messico. Dopo molti anni passati in libertà, in parte come latitante, in parte a piede libero a causa dell’applicazione della dottrina Mitterrand, nel 2007 Battisti è stato arrestato in Brasile ed è stato detenuto in carcere a Brasilia fino al 9 giugno 2011. Dopo varie vicissitudini, il 12 gennaio 2019 Cesare Battisti viene arrestato in Bolivia ed estradato in Italia.

Fonte
Wikipedia
Omicidio di Lino Sabbadin

Approfondimenti
La Repubblica
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Video
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da Rai News

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