L’eccidio di via Riboli

1980
25 gennaio, Genova
Antonino Casu, 49 anni, appuntato dei Carabinieri
Emanuele Tuttobene, 56 anni, colonnello dei Carabinieri

L’assassinio avvenne mentre i due carabinieri andavano in servizio. E a distanza di 29 anni le immagini e il ricorso sono ancora vivi nel cuore dei parenti e di chi non dimentica.
Come Mario Tuttobene, figlio dell’ufficiale ucciso, oggi magistrato e già pm della Procura del Tribunale di Genova. Aveva 22 anni il giorno che uccisero suo padre ed era studente universitario.
Il suo ricordo vale mille retoriche parole. «Avevo 22 anni – ha rammentato stamane – ero uno studente universitario. arrivai in strada…».
Arrivò in strada e le immagini furono quelle che nessuna parola poteva descrivere o che tutti, all’epoca, avevano difficoltà a dirgli.
«Ricordo la strada – ha detto stamani – il rumore, la gente e tanti tanti zainetti abbandonati».
Lì vicino, in via Riboli dove i due carabinieri furono assassinati, c’era una scuola «e i ragazzi fuggirono quando sentirono sparare abbandonando tutto».
Una pausa poi un’altra, ultima immagine: «Non si dimentica, quegli zainetti e poi tanto, tanto, sangue tutto quel sangue….».

Il Tenente Colonnello Emanuele Tuttobene era a Capo dell’Ufficio operazioni della Legione Carabinieri di Genova, dopo aver retto comandi territoriali in Piemonte (il gruppo di Cuneo), in Calabria e Liguria.
Il 25 gennaio 1980, alle ore 13:15, l’auto sulla quale viaggiava, con il suo autista Appuntato Antonino Casu, venne intercettata da un commando di terroristi che esplose contro i militari numerosi colpi d’arma da fuoco, uccidendoli da distanza ravvicinata. L’attentato venne rivendicato alla redazione del quotidiano Il Secolo XIX dalle Brigate Rosse – colonna Francesco Berardi.

Resta invece “soltanto” ferito il generale dell’Esercito Luigi Ramundo, che si trovava a bordo dell’autovettura. Fu lui a dare l’allarme e a chiamare i soccorsi, telefonando dalla portineria del palazzo di fronte al luogo dell’attentato.

Nel volantino di rivendicazione dell’attentato, le Brigate Rosse sostenevano che Tuttobene fosse “il comandante della struttura di spionaggio dei carabinieri…che lavora in strettissimo rapporto con la NATO”.
L’attentato fu rivendicato dalla colonna delle BR “Francesco Berardi”, dal nome dell’impiegato dell’Italsider che si era suicidato in carcere dopo che era stato arrestato a seguito della denuncia sporta contro di lui da Guido Rossa, il sindacalista ucciso il 24 gennaio 1979

Fonti
Il Secolo XIX
Casu e Tuttobene, il ricordo “Quel sangue sugli zainetti”
Wikipedia
Emanuele Tuttobene
Fivedabliu.it
In ricordo dei Carabinieri Emanuele Tuttobene e Antonino Casu, uccisi dalle Brigate Rosse
Ugo Maria Tassinari
25 gennaio 1980. Le Br genovesi attaccano i Carabinieri: due morti, un ferito

Approfondimento
Ristretti.org
“Il dolore non si prescrive mai”. Anni di piombo, la voce delle vittime.
Quel maledetto giorno non era l’appuntato Casu che avrebbe dovuto accompagnare mio padre a casa: per un disguido l’autista di turno non era disponibile e lui, senza che nessuno lo chiedesse, si offrì spontaneamente per il servizio”


Antonino Casu da Aiviter

Emanuele Tuttobene da Aiviter