Marco Pizzari

1981
30 settembre, Roma
Marco Pizzari, 23 anni, geometra

L’omicidio di Marco Pizzari, un militante di estrema destra, venne commesso a Roma il 30 settembre 1981 da alcuni membri del gruppo terroristico neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari.
L’omicidio è collocabile in un contesto storico che, verso la fine della loro storia, agli inizi degli anni ottanta, vide i NAR protagonisti di una sorta di campagna di vendette e di regolamenti di conti tutta interna dell’ambiente della destra eversiva, nei confronti di presunti delatori, infami e cosiddetti approfittatori.

«Secondo il modo di pensare dei NAR, nei confronti dei nemici bisognava avere rispetto, anche se vengono condannati a morte per quello che fanno. Nei confronti dei traditori, invece, tale rispetto non può esservi e pertanto vanno annientati […] penso che Pizzari sia stato ucciso per motivi personali e poi qualcuno ne abbia rivendicato la morte collocandosi nell’area dei NAR. Voglio dire che è stato ucciso perché ha fatto arrestare due persone e ne ha cagionato la morte di una, ma il Pizzari non aveva partecipato alla lotta, e, quindi, non poteva considerarsi un traditore»
(Francesca Mambro da A mano armata di Giovanni Bianconi)

Uno degli obiettivi da colpire, decisi dal gruppo terroristico, venne individuato proprio in Pizzari: 23 anni, diploma da geometra, figlio di un gioielliere, si era appena congedato dal servizio militare con il grado di sottotenente. Vicino di casa e amico di vecchia data di Luigi Ciavardini, durante il periodo di arresti seguiti alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, era stato più volte sentito dalla polizia giudiziaria e dalla magistratura in quanto indirettamente coinvolto nelle vicende riguardanti l’alibi di Ciavardini (che venne poi condannato per quella strage). Molti neofascisti si convinsero così che Pizzari avesse collaborato con la polizia e che fosse responsabile dell’arresto dello stesso Ciavardini e di Nanni De Angelis, e quindi anche della morte di quest’ultimo.

Il 30 settembre 1981, nei pressi di piazza delle Medaglie d’Oro alla Balduina, un commando dei NAR travestiti da agenti di polizia e formato da Gilberto Cavallini, Alessandro Alibrandi, Giorgio Vale, Stefano Soderini e Francesca Mambro a bordo di una Fiat Ritmo blu bloccò la Fiat Panda di Pizzari mostrandogli una paletta e, quando questi scese dall’auto per recarsi verso quella che ritenne essere una pattuglia in borghese, fu ucciso da colpi di arma da fuoco, due alla testa e una al torace. Il volantino di rivendicazione del delitto recitava:

«Il 30 settembre abbiamo giustiziato l’infame delatore Marco Pizzari, responsabile della cattura e dell’assassinio del militante rivoluzionario Nazareno De Angelis, che, pur non appartenendo alla nostra organizzazione, godeva della stima e del rispetto di quanti di noi l’hanno conosciuto. La sua morte gridava vendetta e vendetta è stata anche se solo in parte: altri ancora dovranno pagare, non ultimi coloro i quali non hanno perso tempo a vendicarlo con le parole dai soliti lidi»

Fonte
Wikipedia
Omicidio di Marco Pizzari

Approfondimenti
Ugo Maria Tassinari
30 settembre 1981: i Nar uccidono il “traditore” Pizzari
Antimafia 2000
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PeaceLink
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Rivista Studio
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da Aiviter