Bartolomeo Mana

1979
13 Luglio, Druento (TO)
Bartolomeo Mana, 34 anni, Vigile Urbano

E’ il 13 luglio 1979 e siamo nel pieno degli anni di piombo. Bartolomeo Mana, 34 anni, è in servizio insieme ad un collega davanti alla Cassa di Risparmio di Via Torino a Druento paese di quasi ottomila abitanti alle porte di Torino. Una mattina tranquilla che in un attimo sprofonda nel terrore. Quattro terroristi assaltano la banca, sotto la minaccia delle armi spingono all’interno le due guardie giurate e i due vigili, disarmati, che si trovavano all’esterno. Viene intimato a tutti gli astanti di buttarsi a terra; Bartolomeo viene spinto, perde l’equilibrio e cadendo batte la testa. Stordito dalla caduta cerca di rialzarsi e viene colpito con un colpo a bruciapelo alla nuca. I banditi razziano quello che possono e se ne vanno, a bordo della Giulietta gialla con cui erano giunti. Arrivano Polizia e Carabinieri, Bartolomeo Mana viene trasportato con ambulanza all’Ospedale Maria Vittoria di Torino, ma muore appena giunto al Pronto Soccorso. Una morte assurda e senza motivo.

Bartolomeo, “Meo” per gli amici, ha sempre vissuto a Druento, per anni ha lavorato in Provincia come cantoniere, ma a causa di un incidente deve cambiare lavoro. Segue le orme del padre e partecipa al concorso per Vigile Urbano bandito dal Comune, vincendolo. Per ironia della sorte, proprio quel drammatico maledetto 13 luglio gli verrà comunicata formalmente la tanto attesa nomina ufficiale di “Agente di Polizia Giudiziaria”.
La bara viene esposta al piano terra del municipio e vegliata da un picchetto di colleghi in divisa. Viene proclamato il lutto cittadino ed il giorno del funerale le massime autorità cittadine, della Regione, i colleghi dei comuni vicini e migliaia di persone partecipano commossi al corteo funebre.

Nessuna rivendicazione per la rapina, e solo l’anno dopo, a seguito di una maxi operazione internazionale antiterrorismo venne arrestato, tra gli altri, l’assassino di Bartolomeo, che inizia a collaborare con gli inquirenti, permettendo così di scoprire che gli autori della rapina erano militanti di Prima Linea. L’omicida di “Meo” (Ndr. Roberto Sandalo) venne condannato a 11 anni e 7 mesi, di cui ne scontò solo due e mezzo. Cambiò identità e continuò la sua attività criminosa per morire in carcere nel 2014.

Nel 2004 Bartolomeo Mana viene insignito della medaglia per meriti speciali dalla Regione Piemonte, in quanto caduto nell’adempimento del servizio.
Nel 2010 gli viene concessa alla memoria, con decreto del Presidente della Repubblica, l’onorificenza di vittima del terrorismo con assegnazione di medaglia d’oro.


Fonte

il Fuori Coro – Polizia Locale
Bartolomeo Mana

Approfondimenti
il Risveglio
Morto il terrorista che assassinò il vigile druentino Meo Mana
la Voce e il tempo
Quegli attentati che indussero Giovanni Paolo II a visitare Torino


da Aiviter

da La Gazzetta di Venaria Reale