Boston

15 aprile 2013

ATTENTATO ALLA MARATONA DI BOSTON

E’ il 15 Aprile del 2013, quando durante la maratona di Boston, scoppiano due ordigni rudimentali, portati all’interno di zainetti a spalla: le vittime sono tre, tra cui un bimbo di soli 8 anni. Tra i feriti, più di 260, in 17 subiscono amputazioni degli arti. La prima bomba esplode a poche centinaia di metri dal traguardo, travolgendo i runner che stavano per raggiungere l’arrivo. Il tempo di realizzare di essere nel mezzo di un’emergenza, ed una seconda bomba deflagra più giù, lungo il percorso. Secondo l’Fbi le due bombe sono state costruite usando due pentole a pressione riempite di esplosivo a basso costo, chiodi, cuscinetti e pezzi di metallo. All’inizio delle indagini resta in piedi sia l’ipotesi islamica che quella del terrorismo interno. Attraverso un team speciale delle forze dell’ordine americano, messo in piedi in tempo record, vengono analizzate tutte le immagini delle telecamere stradali ed intervistati decine di testimoni.

Il 18 aprile la polizia identifica i due sospetti: Tamerlan Tsarnaev, 26 anni, e suo fratello Dzhokhar Tsarnaev, 19 anni, di origine cecena. Due anni prima i servizi segreti russi avevano segnalato Tamerlan Tsarnaev all’Fbi, identificandolo come un sostenitore del fondamentalismo islamico.

La sera del 18 aprile il poliziotto Sean Collier, 27 anni, viene ucciso vicino al Massachusetts institute of technology, forse dai fratelli Tsarnaev, che nel frattempo si sono messi in fuga a bordo di un suv.

Il 19 aprile la polizia localizza i due uomini a Watertown, una piccola città vicino a Boston. Comincia un inseguimento seguito da una sparatoria. Tamerlan Tsarnaev muore, mentre Dzhokhar Tsarnaev, rimasto ferito, riesce a nascondersi dentro una barca. Gli agenti lo trovano e lo portano in ospedale.

Il 30 aprile due amici di Dzhokhar Tsarnaev sono accusati di aver cercato di distruggere delle prove nascondendo il computer del ragazzo. Un altro è accusato di falsa testimonianza alla polizia.

Il 22 maggio a Orlando, in Florida, un agente dell’Fbi uccide Ibragim Todashev, un altro amico di Dzhokhar. L’agente ha dichiarato che il colpo è partito in modo accidentale mentre stava interrogando il sospetto nel suo appartamento, dove l’uomo l’ha aggredito. L’Fbi dichiara che Todashev, prima di morire, ha ammesso il suo coinvolgimento nell’attentato.

Il 30 gennaio 2014 gli avvocati dell’accusa annunciano che chiederanno la pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev.

Il 4 marzo 2015 si apre il processo. Dzhokhar Tsarnaev deve rispondere di trenta capi d’accusa, quattro dei quali per omicidio. Gli avvocati dell’accusa lo definiscono “un soldato in guerra santa” che voleva “uccidere degli americani innocenti per punire gli Stati Uniti”.

Il 6 aprile 2015 si tengono le arringhe finali dell’accusa e della difesa.
Il 15 maggio 2015 Dzhokhar Tsarnaev viene condannato a morte per iniezione letale.

Una corte federale rovescia nel luglio del 2020 la sentenza contro il giovane – di origini cecene – accogliendo il ricorso contro la pena di morte che avevano presentato i suoi legali. Un mese dopo l’allora presidente Donald Trump, chiede alla Corte Suprema di ripristinare la pena capitale.

Nel marzo 2022 la Corte suprema americana ripristina la pena di morte per Dzhokhar Tsarnaev. I giudici, con un voto di 6 a 3, hanno concordato con le argomentazioni dell’amministrazione Biden, secondo le quali la corte d’appello federale aveva sbagliato a respingere la condanna a morte.

Fonti
RaiNews, 4/3/2022
Usa, ristabilita la pena di morte per il killer della maratona di Boston
Internazionale.it, 9/4/2015
Attentato di Boston: tutte le tappe del processo a Tsarnaev – Internazionale

Documenti
Video dell’esplosione RaiNews
Bombe alla maratona di Boston. Il video dell’attentato – video – Rai News

Audio della testimonianza del giornalista Antonio Mascolo, la Repubblica
Boston, esplosioni alla maratona. Mascolo: “Ero lì, all’improvviso hanno bloccato la corsa” – la Repubblica


da Verona Sera