Carlo Ghiglieno

1979
21 settembre, Torino
Carlo Ghiglieno, 51 anni, ingegnere, Dirigente FIAT

«Oggi finisce l’estate anche per il meteo», scrive Stampa Sera il 20 settembre 1979. E infatti il 21 piove. L’ingegner Carlo Ghiglieno, distinto signore di 51 anni, quella mattina esce con l’ombrello. In città non è un volto conosciuto, eppure
occupa una posizione molto importante. Come responsabile del settore Pianificazione di Fiat Auto, Ghiglieno è al sesto
posto nella gerarchia aziendale. Negli ultimi quattro anni, a Torino, sono stati feriti quattordici uomini Fiat, ma Ghiglieno rifiuta la scorta. Il suo è un lavoro lontano dalla catena di montaggio, pensa, e non c’è motivo di temere un attentato.

L’agguato
Carlo Ghiglieno è una persona abitudinaria. Come ogni mattina, anche il 21 settembre 1979 esce poco prima delle 8, in compagnia della moglie Matilde, e prende un caffè al bar del Residence Valentino, proprio di fronte a casa, in corso Massimo D’Azeglio 72, accanto ai padiglioni di Torino Esposizioni. Saluta la moglie, poi si avvia verso la sua Ritmo 65 color rame, parcheggiata in via Petrarca angolo corso Massimo D’Azeglio. Non ha il tempo di inserire le chiavi nella portiera che sette colpi (quattro alla nuca) lo uccidono all’istante. Cade all’indietro, in mezzo alla strada, con le braccia divaricate.

Matilde, la moglie, sente gli spari e corre verso via Petrarca. Poco dopo la raggiungono i due figli Alberto, 21 anni, e
Giorgio, 24. Un fotografo immortala la sagoma dell’ingegner Ghiglieno a terra, coperto da un telo bianco: è come crocifisso sulla strada, circondato dai familiari inginocchiati accanto. È un’altra cartolina dal terrore, che racconta di una Torino divenuta metropoli di lenzuola stese sull’asfalto.

La rivendicazione
Poche ore dopo la rituale rivendicazione:
«Qui Prima Linea, gruppo di fuoco Carla e Charlie. I nemici della classe operaia cominciano a pagare. Notifichiamo l’eliminazione dell’ingegner Carlo Ghiglieno. Perché non vi sbagliate, sappiate che lo abbiamo eliminato con sette colpi di 38 Special Norma punta cava. Questo è il primo atto della campagna di terrore proletario contro il comando d’impresa. Onore ai compagni Matteo e Barbara».

La Ritmo color rame rimane a lungo parcheggiata in via Petrarca. In pochi giorni si ricopre di fiori. Segue un nuovo funerale, affollato e sentito, in un giorno di pioggia.

La responsabilità di Sandalo
Accanto alla compostissima famiglia Ghiglieno, questa volta, siedono anche il presidente del Consiglio Francesco Cossiga, i ministri Scotti e Bisaglia, Gianni e Umberto Agnelli. Torino si scopre ancora più vulnerabile. È un brusco risveglio, gli arresti dei mesi precedenti avevano fatto credere che il terrorismo fosse in chiara difficoltà. E invece, rieccoli: spietati, efficaci, imprendibili e, soprattutto, informatissimi. In pochi conoscevano la figura chiave di Carlo Ghiglieno. Si saprà dopo – sempre grazie ai racconti di Roberto Sandalo – che l’obiettivo era stato individuato in maniera piuttosto casuale:
«Sono stato io a fornire alcuni numeri dell’Illustrato Fiat che mi arrivavano regolarmente a casa, perché mio padre lavora in Fiat. La stessa cosa ho fatto con il giornale dei capi. Su uno dei numeri di questo giornale vi era tutto un inserto sulla logistica della Fiat con foto di Ghiglieno».

Prima Linea pensa anche a Vittorio Ghidella, numero uno di Fiat Auto. Ma ha la scorta e i suoi orari sono incerti. Meglio questo Ghiglieno di cui parla il giornale dei capi, abitudinario e senza scorta. Nessuna «geometrica potenza» dunque, soltanto suggerimenti via posta.

Fonte
Ugo Maria Tassinari
21 settembre 1979: Prima linea uccide Carlo Ghiglieno, manager Fiat

Approfondimenti
Spazio 70
Torino, 21 settembre 1979. L’omicidio dell’ingegner Carlo Ghiglieno
La Stampa
Il mite ingegnere


da Aiviter

da Spazio 70

Da Il Sussidiario.net

da Telecity News24