Felice Maritano

1974
15 ottobre, Robbiano
Felice Maritano, 55 anni, maresciallo Maggiore dei Carabinieri

Felice Maritano partecipa alla guerra dei Balcani nelle file dell’Arma dove gli furono conferite diverse onorificenze, tra cui la promozione sul campo ad Appuntato ed una Croce di Guerra al valor militare. Dopo l’8 Settembre, viene internato in Germania fino al termine del secondo conflitto mondiale. Arrivato al termine della sua lunga carriera nelle file della Benemerita, anziché andare in pensione, sceglie di rimanere in servizio per lavorare nel Nucleo Investigativo creato dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa per la lotta al terrorismo. Maritano fornì un contributo decisivo nei primi successi del Nucleo stesso, che condussero all’arresto dei terroristi Carnelutti e Sabatino (e alla disfatta della colonna lodigiana delle Brigate Rosse), poi all’individuazione del covo nel quale si nascondevano Renato Curcio e Alberto Franceschini (e al loro arresto), e infine all’operazione contro la base brigatista di Robbiano di Mediglia, nei pressi di Milano (15 ottobre 1974)”. (…) “Al momento di far scattare l’operazione a Robbiano, il Nucleo speciale aveva già al suo attivo un bilancio rispettabile per la sua breve esistenza operativa: 34 arresti; 43 denunce; 193 perquisizioni domiciliari; 160 accertamenti bancari; 93 sopralluoghi; 456 rilievi fotografici; 1.050 informazioni richieste. Un segno del dinamismo del generale Dalla Chiesa e dell’impegno dei suoi uomini. Quando i Carabinieri arrivarono a Robbiano, il covo era vuoto. Alcuni militi si nascosero all’interno dell’appartamento. (…) Nell’appartamento fu trovato materiale investigativo di notevole interesse (tra cui mitra e pistole utili all’identificazione dei terroristi implicati nel rapimento del giudice Sossi), esplosivi e munizioni. Fu anche rinvenuta un’agenda di Sossi, un documento Br firmato da Sossi. Nel covo uno Sten, due mitra, un moschetto, un revolver, una carabina, tre bombe a mano tedesche, numerosi silenziatori, decine di metri di miccia e molti documenti falsi (passaporti, carte d’identità, eccetera). I tre brigatisti arrivarono uno alla volta. Alle 13 e alle 21,30 due di essi, armati di pistola con il colpo in canna (calibro 7,65 mm), furono arrestati.
Non avendo partecipato alla cattura del primo brigatista, Pietro Bassi, il maresciallo Maritano ottenne di partecipare ai turni di piantonamento successivi ed insistette per rimanere perché non voleva lasciare soli i colleghi più giovani nei momenti più rischiosi. Vista la sua esperienza, la richiesta fu accettata. Alle 21,30 partecipò alla cattura di Piero Bertolazzi, che tentò di estrarre una 7,65, ma fu bloccato dai militi. Alle 3,20, dopo un breve riposo nella branda del covo, uno scalpiccio sulla tromba delle scale mise in allarme i carabinieri (con Maritano erano di turno i brigadieri Calapai e Furno). Quello che successivamente fu identificato come il brigatista Roberto Ognibene si trovò a pochi metri da loro. Maritano intimò «Alt, Carabinieri!», ma Ognibene si dette alla fuga lungo la tromba delle scale, inseguito dai tre militi. Il silenzio della notte fu lacerato dai colpi della Smith & Wesson calibro 38 special del terrorista. I colpi raggiunsero il maresciallo, che però non si diede per vinto. Scostò Calapai per sparare contro il brigatista, lanciandosi al suo inseguimento. Continuò a sparare con la mano sporca di sangue appoggiandosi alla parete, finché quattro colpi neutralizzarono il brigatista. I due arrivarono al piano terra. Ognibene stramazzò al suolo e Maritano gli si accasciò vicino, come se volesse controllarlo. Quasi esanime, esortò ancora i due sottufficiali a catturare il brigatista. Morì durante il trasporto all’ospedale”.

Fonte
AvvocatoGuerra.it
«Il carabiniere lo si conosce solamente quando muore». Ricordo del Maresciallo Felice Maritano
Approfondimenti
UgoMariaTassinari.it
15 ottobre 1974: il br Ognibene uccide il maresciallo Maritano


da Wikipedia