Giovanni Gamalero Persoglio

1971
14 dicembre, Marina di Pisa
Giovanni Gamalero Persoglio, 30 anni, studente universitario

La notte tra sabato 13 febbraio e domenica 14 febbraio del 1971, uno studente universitario pisano di 29 anni laureando in ingegneria, Giovanni Persoglio Gamalero, tornando a casa in compagnia della moglie Graziella Leandri da una serata in discoteca, alle 00:50 circa, sul lungomare di Marina di Pisa a bordo della sua auto Alfa Romeo 1750, si fermò a controllare la provenienza di un filo di fumo che aveva visto uscire dalla macelleria di Aldo Meucci. Una volta sceso dalla vettura venne travolto da una forte esplosione provocata da una bomba: vari frammenti metallici penetrarono tutto il corpo, in particolare l’addome e la coscia destra, dove un frammento metallico, il più grosso e contundente, gli lacerò di netto l’arteria femorale. I soccorsi furono chiamati da alcuni giovani, che si trovavano nella vicina piazza Sardegna, e dalla moglie rimasta miracolosamente illesa. I soccorsi, arrivati con notevole ritardo (quasi due ore) non poterono far altro che constatare il decesso durante il trasporto in ospedale.

Pochi mesi dopo le indagini ripartirono grazie al delitto dell’Archetto. Quest’ultimo fece emergere i testimoni chiave dell’attentato di Marina. Il 21 maggio Michele Montomoli, studente di chimica e assiduo frequentatore dell’osteria l’Archetto, dichiarò agli inquirenti che all’Archetto si discuteva spesso di attentati dinamitardi e che la sera di venerdì 12 febbraio 1971 lo Scarpellini gli aveva detto che anche a Pisa erano in programma una serie di attentati contro commercianti fascisti che, durante gli ultimi scioperi, avevano tenuto aperti i loro esercizi. In particolare gli aveva fatto il nome della macelleria a Marina di Pisa, e che avrebbe fatto passare l’ordigno esplosivo attraverso le maglie della saracinesca. Il giorno seguente al 12 febbraio lo Scarpellini confermò che l’attentato era per quella notte e durante una cena lo invitò a parteciparvi, in qualità di chimico. Gli disse che la bomba sarebbe stata piazzata da tre persone, tra cui un esperto di esplosivi e che sarebbero andati sul posto con l’auto di uno dei tre. La mattina dopo, domenica 14, quando aveva saputo che a Marina era esploso un ordigno e che uomo aveva perso la vita, si era diretto all’Archetto e alla sua domanda se avesse effettivamente preso parte all’attentato, lo Scarpellini allargando le braccia aveva risposto: «Sì, purtroppo è andata così». Successivamente avevano parlato anche con Luciano Serragli che aveva risposto: «La via della rivoluzione è lunga e piena di sangue». A fine giugno Tecla Puccini dichiarò che l’attentato era stato organizzato da Alessandro Corbara.

Alessandro Corbara e Vincenzo Scarpellini furono condannati a otto anni di reclusione per l’omicidio colposo di Giovanni Persoglio e a un anno e sei mesi per la detenzione di armi ed esplosivi. Stando alla sentenza, nel diario di Corbara: «si saluta con esultanza il nascere e l’avanzare dei gruppi rivoluzionari; si parla dell’influenza vaticana e americana sul nostro assetto politico e sociale, della DC, del governo di centrosinistra e dell’affare Sifar; si sostiene che «quando si toccano le basi stesse del già scarso ordinamento costituzionale, non si può combattere solo pacificamente.». Alcuni mesi prima nei Fogli di lotta di sinistra proletaria diffusi da Renato Curcio e considerati l’anticamera ideologica e operativa delle Brigate Rosse, si poteva leggere: « … L’organizzazione della violenza è una necessità della lotta di classe… Contro le istituzioni che amministrano il nostro sfruttamento, contro le leggi e la giustizia dei padroni, la parte più decisa e cosciente del proletariato in lotta ha già cominciato a combattere per costruire una nuova legalità, nuovo potere. E per costruire la sua organizzazione». Non è difficile rilevare una sintonia fra i documenti che testimoniano la nascita di gruppi terroristi al nord e gli scenari descritti nelle carte sequestrate a Pisa nell’ufficio del Corbara.

Fonte

Wikipedia
Attentato di Marina di Pisa – Wikipedia

Approfondimento

EdizioniEts
https://www.edizioniets.com/priv_file_libro/458.pdf


da Spazio70