Il Rogo di Primavalle

1973
Virgilio Mattei, 22 anni, studente
Stefano Mattei, 10 anni, studente

Il Rogo di Primavalle
Virgilio Mattei, 22 anni, che insieme al fratello Stefano, di 8, morì bruciato vivo aggrappato al davanzale della sua casa al terzo piano, scala D, nel complesso di edifici popolari di via Bernardo da Bibbiena 33.
Loro padre era Mario Mattei, segretario della sezione Giarabub, quella di Primavalle, del Movimento sociale italiano, l’erede del partito fascista. Anche Virgilio era militante del MSI. Quella notte qualcuno versò litri di benzina sulla porta dell’appartamento di via Bernardo da Bibbiena. Mario Mattei riuscì a uscire aiutando poi la figlia Lucia, di 15 anni, a calarsi sul balconcino del piano di sotto. Silvia, di 19 anni, si gettò dalla veranda della cucina: picchiò la testa contro la ringhiera del balcone al secondo piano. Dei fili del bucato ne attutirono la caduta. Altri due bambini, Giampaolo di tre anni e Antonella di nove, riuscirono a scappare attraverso la porta di casa con la madre Annamaria. I figli Stefano e Virgilio rimasero lì, affacciati alla finestra per riuscire a respirare. Da sotto la gente urlava loro di buttarsi. La benzina versata sulla porta era filtrata anche dentro casa attraverso un piano inclinato. L’abitazione era piccola, poco più di 50 metri quadrati. Le perizie furono discordanti sulla quantità di benzina utilizzata: dai due ai cinque litri. Mobili, letti, vestiti presero fuoco immediatamente. Quando alle 4 del mattino i vigili del fuoco riuscirono a spegnere le fiamme, Virgilio e Stefano Mattei erano già morti. Fuori dall’abitazione furono trovati fogli di carta a quadretti, uniti dal nastro adesivo. C’era scritto: «Brigata Tanas guerra di classe. Morte ai fascisti, la sede del MSI colpita dalla giustizia proletaria». Giuseppe Tanas era un operaio di 24 anni ucciso dalla polizia durante una manifestazione del dicembre del 1947 proprio nel quartiere Primavalle. A indagare su ciò che accadde la notte del 16 aprile fu il procuratore Domenico Sica che individuò in tre esponenti di Potere Operaio (l’organizzazione fondata da Toni Negri, Oreste Scalzone e Franco Piperno) i possibili autori del rogo. Erano gli stessi che, all’interno dell’organizzazione, si facevano conoscere come gruppo Tanas, quelli di Primavalle. A distanza di tre settimane dall’attentato furono emessi ordini di arresto nei confronti di Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo, tutti di Potere Operaio e del gruppo Tanas. Lollo finì in carcere, Grillo e Clavo scapparono.
La sinistra extraparlamentare (allora si definivano così i gruppi alla sinistra del Partito Comunista e che si collocavano fuori dal Parlamento) mise in atto una campagna di controinformazione secondo la quale, contro qualsiasi evidenza, ad appiccare il rogo alla casa dei Mattei sarebbero stati altri militanti della sezione missina Giarabub per dissidi interni.
La tesi non aveva nessuna consistenza eppure trovò molto spazio. Si arrivò persino alla pubblicazione di un libro, edito da Savelli, Primavalle, rogo a porte chiuse in cui, con tesi fantasiose, si sosteneva che mandanti ed esecutori del rogo fossero da cercare appunto all’interno della sezione del MSI Giarabub. Disse anni dopo Lanfranco Pace, importante esponente di Potere Operaio:
«Fummo costretti ad assumere le difese di Lollo, Grillo e Clavo nonostante la loro colpevolezza e così montammo una controinchiesta. Perché? Perché non c’erano alternative. Non ricordo tanta comprensione né tanta solidale vicinanza come quella volta che predicammo il falso». Il processo iniziò nel febbraio del 1975. Mentre in tribunale si svolgeva una delle udienze, all’esterno, in piazzale Clodio a Roma, ci furono scontri violentissimi tra militanti di sinistra e di destra: uno studente di origine greca, militante dell’organizzazione universitaria del MSI, il Fuan (Fronte universitario di azione nazionale), fu ucciso a colpi di pistola.
Il pubblico ministero chiese la condanna all’ergastolo di Lollo, Grillo e Clavo per incendio doloso e omicidio colposo. La giuria decise l’assoluzione con la formula, che oggi non esiste più, dell’insufficienza di prove. Uscito dal carcere anche Lollo, come gli altri due imputati, fuggì all’estero. Il processo d’appello nel 1981 fu annullato perché si scoprì che uno dei giudici popolari era affetto da «sindrome di tipo depressivo». L’appello bis si concluse con la condanna dei tre imputati per incendio doloso, duplice omicidio colposo, uso di materiale esplosivo e materiale incendiario. Nel 1987 la Corte di Cassazione confermò le condanne. Nel 2005 la Corte d’appello di Roma dichiarò prescritto il reato.

Fonte
Ilpost.it
La storia del rogo di Primavalle – Il Post

Approfondimenti

Wikipedia
Rogo di Primavalle – Wikipedia
Il Riformista
Rogo di Primavalle, pagina nera della sinistra – Il Riformista

Video
LA NOTIZIA SUL ROGO DI PRIMAVALLE – 16 APRILE 1973 (EDIZIONE STRAORDINARIA)
Il Sole 24 ore
La vicenda giudiziaria del rogo di Primavalle


da Wikipedia

da Wikipedia

da Famiglia Cristiana

da Roma Today