Licio Giorgeri

1987
20 marzo, Roma
Licio Giorgieri, 61 anni, generale dell’Aeronautica Militare e Direttore Generale del Ministero della Difesa

Omicidio
Il 20 marzo 1987 a Roma il generale, mentre rientrava nella propria abitazione a bordo dell’auto di servizio, venne affiancato in via del Fontanile Arenato da esponenti delle Brigate rosse – Unione Comunisti Combattenti a bordo di un motociclo. I terroristi esplosero cinque colpi e uccisero il generale, lasciando illeso l’autista, Simone Narcelli, un autiere di leva. Era stato scelto come obiettivo essendo un possibile riferimento italiano al progetto di scudo spaziale di Reagan.

Il 9 o il 10 dicembre dell’anno precedente, il generale aveva segnalato un possibile fallito tentativo di attentato alla sua persona nello stesso luogo. Chiese maggiore protezione, ma non gli venne concessa.

Processo
Gli autori dell’attentato, rivendicato dalla organizzazione “Brigate Rosse per l’Unione dei Comunisti Combattenti”, o “BR – UCC”, non furono mai individuati con esattezza. I collaboratori di giustizia Daniele Mennella e Claudio Nasti, pur avendo partecipato alla preparazione dell’attentato non furono in grado di indicare chi avesse portato a termine l’azione perché estromessi dalle fasi finali. Dopo esiti processuali alterni, nel novembre 1991 vennero comunque condannati con sentenza definitiva della cassazione a pene superiori ai 20 anni Claudia Gioia, Francesco Maietta, Maurizio Locusta e Paolo Persichetti, mentre i collaboratori di giustizia Daniele Mennella e Claudio Nasti subirono sanzioni molto inferiori. La Cassazione, prima sezione presieduta da Corrado Carnevale, annullò con rinvio le condanne per Paolo Cassetta, Geraldina Colotti e Fabrizio Melorio perché detenuti al momento del fatto. Dopo un secondo processo d’appello anche per loro subentrarono condanne a pene superiori a 20 anni, confermate in via definitiva dalla cassazione. Serafino Turchetti, il presidente della terza corte d’assise che aveva assolto dalle accuse più gravi diversi imputati nel corso del processo di primo grado, alcuni dei quali scomparvero definitivamente dal procedimento penale, dopo essere stato oggetto di polemiche venne sottoposto a inchiesta interna e successivamente trasferito d’incarico al Tribunale civile.

Claudia Gioia, condannata a 27 anni di carcere per l’omicidio del generale Giorgieri e per il ferimento dell’economista Da Empoli, è attualmente una delle dirigenti del Museo d’arte contemporanea di Roma ed è docente della fondazione Don Sturzo.

Nel 2002, la signora Giorgieri, ormai settantenne, si oppose ad una richiesta di grazia per Maietta dopo aver espresso perplessità nel 1998 per la partecipazione del senatore Francesco Cossiga al matrimonio del Maietta con una volontaria appartenente ad una organizzazione per il recupero dei detenuti del carcere di Rebibbia.

Maurizio Locusta, imputato anche nel processo Moro ter, venne condannato a 24 anni di pena. Estradato il 15 marzo 1988 dalla Francia dove si era rifugiato, lavora attualmente per la fondazione Lelio Basso-Issoco come «assistente di sala consultazione».

Paolo Persichetti, assolto in primo grado dalla complicità nell’attentato, scarcerato nel dicembre 1989 per aver oltrepassato di oltre un anno i termini per la detenzione cautelare, è condannato in appello, a seguito di nuovi elementi probatori, a 22 anni e sei mesi per partecipazione morale all’omicidio. Scappa in Francia nel 1991 per non essere arrestato e qui si inserisce nel mondo universitario, ottenendo anche un incarico come assistente all’Università di Paris VIII. È stato consegnato all’Italia, a differenza di altri terroristi riparati e tutelati in Francia come Cesare Battisti che riuscì a scappare in Brasile successivamente, il 25 agosto 2002. Nel giugno 2008, dopo aver scontato ben oltre metà della pena ha ottenuto la semilibertà. Ha lavorato come giornalista per il Manifesto e altre testate. È autore di diversi libri sul conflitto sociale, alcuni scritti insieme a Oreste Scalzone, pubblicati in Francia e in Italia.

Geraldina Colotti, condannata per partecipazione morale dopo l’annullamento della Cassazione poiché già detenuta e impossibilitata fisicamente a partecipare al delitto, è giornalista, ha lavorato anche lei al Manifesto dal 1987 al 2017, e si occupa di tematiche legate all’America Latina, essendo anche corrispondente dal Venezuela dal 2000. Cura l’edizione italiana di Le Monde diplomatique.

Fonte
Wikipedia
Licio Giorgieri

Approfondimenti
Sebbenchesiamodonne
UNIONE DEI COMUNISTI COMBATTENTIRIVENDICAZIONE DELL’INIZIATIVA CONTRO LICIO GIORGIERI
Il Piccolo
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Studio Angiuli
IL DELITTO DEL GENERALE GIORGIERI: UN MISTERO MAI RISOLTO
Il Giornale
Quando la moglie negò la grazia agli assassini

Sound
Radio radicale
Giorgieri


da Leo Rugens