Manfredo Mazzanti

1980
28 novembre, Sesto San Giovanni
Manfredo Mazzanti, 54 anni, ingegnere Direttore Tecnico della Falck Unione

Attorno alle 8 del 28 novembre 1980 un commando brigatista uccide Manfredo Mazzanti. L’agguato al direttore tecnico della Falck avviene nei pressi della sua abitazione a Sesto San Giovanni.
Incaricato dell’esecuzione è uno dei leader delle Br milanesi, Vittorio Alfieri. Il disperato tentativo di fuga del dirigente d’azienda gli fa sbagliare la mira e così deve intervenire l’uomo di copertura. Gli autori del fatto fuggirono prima a piedi e poi in bicicletta. Più tardi, l’omicidio fu rivendicato dalle Brigate rosse-colonna “Walter Alasia“.

La smentita delle Brigate Rosse
Le Brigate rosse smentiranno la responsabilità degli omicidi di Mazzanti e di Renato Briano, avvenuto il 12 novembre e rivendicato allo stesso modo. I due attentati dovevano avvenire in contemporanea il giorno 11. Una delle due auto del commando si inceppa e quindi la “doppietta” salta.
La smentita dipenderà dal fatto che i due attentati erano stati direttamente “gestiti” dalla colonna milanese “Walter Alasia”, che era appena stata espulsa dall’organizzazione dopo i dissensi emersi nella riunione della direzione nazionale tenuta a settembre in un villino del litorale romano. Da tempo ne mettono ponendone in discussione la strategia e così evidenziano la crisi. I due attentati sono il modo di affermare la propria autonomia organizzativa e operativa

La scissione e l’arresto di Fenzi e Moretti
La colonna milanese invoca in particolare il “ritorno alla fabbrica”. Il primato della centralità operaia nel conflitto di classe resta la stella polare dell’iniziativa rivoluzionaria. Tentativi successivi di mediazione e composizione delle divergenze non hanno esito alcuno. A dicembre, con l’Opuscolo n. 10, l’Esecutivo delle BR rende ufficiale la separazione organizzativa della Colonna Walter Alasia.
La scissione avrà tra i suoi effetti collaterali l’arresto di Mario Moretti ed Enrico Fenzi. I due, infatti, saranno inviati, qualche mese dopo, a ricostruire la colonna milanese. Privi di appoggi organizzativi, finiranno per affidarsi a un piccolo malavitoso ricattato dalle forze dell’ordine, che li farà cadere in trappola.
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La sua condanna fu una fotografia pubblicata sul giornale di fabbrica. Più facile da identificare, Manfredo Mazzanti fu scelto così dalle Br-colonna Walter Alasia come «nemico da colpire», all’interno di una rosa di dirigenti della Falck. Mazzanti, toscano d’origine, ingegnere di 54 anni esperto di qualità, era a capo dello stabilimento Unione di Sesto San Giovanni.
Come tutte le mattine, quel 28 novembre del 1980 salutò la moglie Adele e il figlio Mario e, alle 7.30, uscì di casa per andare al lavoro. Prima passò dall’edicola all’angolo, per acquistare i giornali. Due brigatisti lo avvicinarono e gli spararono, urlando «Abbiamo ucciso un servo dei padroni» prima di fuggire a piedi e poi in bicicletta. Mazzanti, con i quotidiani sotto il braccio, cadde sull’asfalto in via Orseolo

Fonti
Ugo Maria Tassinari
28 novembre 1980: nasce la colonna Alasia uccidendo manager Falck
Il Giorno
Targhe e fiori per quel 1980 di sangue

Approfondimenti
Archivio 900
Walter Alasia

Video
Rai Cultura
Acciaio e terrore Le Brigate rosse a Milano

Sound
Loquis
Le Br Colpiscono Ancora: Omicidio Briano – Mazzanti Alla Fermata Metro Gorla


da Aiviter

da Johannes Buckler, Twitter

da Ugo Maria Tassinari