Walter Rossi

1977
30 settembre, Roma
Walter Rossi, 20 anni, studente

A seguito del ferimento di Elena Pacinelli, fu organizzato per il giorno successivo un volantinaggio di protesta nella zona Balduina, storica roccaforte missina della capitale.
La sera del 30 settembre un gruppo di una ventina di attivisti di sinistra, tra cui Rossi, partì da via Pietro Pomponazzi nel quartiere Trionfale e risalì viale delle Medaglie d’Oro fino a giungere all’altezza del civico 128c, che all’epoca ospitava la sezione di Balduina del Movimento Sociale Italiano: da quest’ultima uscirono alcuni militanti di destra che ben presto aprirono una sassaiola verso di loro. Il gruppo con Rossi indietreggiò allora circa duecento metri più a valle, all’incrocio fra viale delle Medaglie d’Oro e via Marziale, di fronte a una pompa di benzina. I missini, riparati dietro un blindato della polizia, discesero poi lentamente viale delle Medaglie D’Oro fino a giungere all’incrocio, quindi dal drappello partirono alcuni colpi di pistola uno dei quali colpì alla nuca Rossi, che morì prima di giungere in ospedale, e un altro ferì lievemente il benzinaio Giuseppe Marcelli.
Nei giorni seguenti, cortei e manifestazioni di protesta per l’omicidio si tennero in varie città d’Italia, e sedi missine e presunti ritrovi di attivisti di destra vennero devastati o dati alle fiamme. Nel corso di un corteo organizzato da Lotta Continua a Torino il 1º ottobre 1977 ebbe luogo l’assalto alla discoteca “Angelo azzurro” il cui incendio, provocato dal lancio di bombe Molotov, causò la morte dello studente universitario Roberto Crescenzio.
Al funerale di Walter Rossi, svoltosi il 3 ottobre, presenziarono circa centomila persone che gli resero l’estremo saluto sulle note de L’Internazionale. In seguito sul luogo dell’omicidio in Viale delle Medaglie d’Oro fu posta una targa commemorativa e piazza Igea, dove era avvenuto il ferimento di Elena Pacinelli, fu intitolata al giovane ucciso.
Un’ora dopo il fatto, fra le decine di curiosi che nel frattempo si erano radunati davanti alla sezione del MSI, vennero fermate diciassette persone: di queste, alcuni militanti missini tra cui Flavia Perina, futuro deputato di Alleanza Nazionale, Andrea Insabato che nel 2000 avrebbe compiuto un attentato contro la sede del quotidiano comunista il manifesto, e Riccardo Bragaglia il quale risultò positivo all’esame del guanto di paraffina ma venne in seguito prosciolto dopo che un ulteriore test riferì le tracce non a polveri da sparo, bensì a elementi tipicamente presenti in fiammiferi come quelli che egli aveva usato per accendere sigarette poco prima dell’esame. Ai fermati, una volta giunti al commissariato di zona, venne chiesto di testimoniare sul fatto e qualche ora dopo venne spiccato il mandato di cattura nei loro confronti. Dopo un lungo processo i diciassette verranno poi prosciolti dalle accuse iniziali di omicidio, tentato omicidio, radunata sediziosa, porto abusivo d’arma da guerra calibro 9 (la pistola, mai trovata, con la quale Walter Rossi fu ucciso) e ricostituzione del PNF; per alcuni di loro resterà solo l’accusa di rissa aggravata senza, tuttavia, che alcun testimone li abbia riconosciuti nel gruppo.
Nessun provvedimento venne preso a carico dei numerosi poliziotti presenti sul luogo: dieci di essi erano a bordo del furgone blindato, tre in una volante vicina e almeno due a piedi in borghese; su di essi gravarono comunque le accuse di collusione con gli aggressori. In particolare tutti i testimoni presenti al fatto assicurarono che nulla venne fatto per fermare i neofascisti prima, durante e dopo che essi esplodessero i colpi di pistola e che subito dopo le forze dell’ordine per diversi minuti ostacolarono i soccorsi a Walter Rossi sia colpendo chi cercava di avvicinare il giovane agonizzante sul terreno, sia omettendo di chiamare un’ambulanza.

Nel 1981 alcuni pentiti indicarono nelle persone di Cristiano Fioravanti e Alessandro Alibrandi i possibili assassini, confermando le testimonianze dei giovani di sinistra presenti al fatto; Cristiano Fioravanti, arrestato in seguito con l’accusa di appartenenza ai Nar, ammise di avere fatto parte del gruppo uscito dalla sezione del Movimento Sociale insieme ad Alessandro Alibrandi e che entrambi erano armati, attribuendo tuttavia ad Alibrandi il colpo mortale in quanto la sua arma si sarebbe inceppata impedendogli di sparare; le sue affermazioni furono successivamente confutate dalle testimonianze rese dai compagni di Walter Rossi, i quali sostennero tutti che tale colpo fu invece esploso da Fioravanti.
A seguito della morte di Alibrandi, avvenuta in uno scontro a fuoco con la polizia il 5 dicembre 1981, il procedimento penale fu archiviato; Fioravanti venne condannato ad una pena di nove mesi e 200.000 lire di ammenda solo per i reati concernenti il possesso di arma da fuoco. La vicenda giudiziaria si chiuse definitivamente nel 2001 con l’incriminazione di tre compagni di Rossi per falsa testimonianza e il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto nei confronti di Cristiano Fioravanti il quale da allora visse libero, sotto altro nome, protetto dallo Stato.

Fonte
Wikipedia
Omicidio di Walter Rossi – Wikipedia

Approfondimenti
Due ragazzi, il mio ricordo per loro: Elena Pacinelli e Walter Rossi | Essere Sinistra
Spazio70
L’omicidio di Walter Rossi
Reti Invisibili
Walter Rossi

Video
Omicidio di Walter Rossi dal TG della Rai 1
Rai Play
Cronache criminali 2022/23 – Anni ’70. La violenza politica – Video – RaiPlay

Sound
Rai Play Sound
Cronache criminali | S1E6 | Anni ’70. La violenza politica | RaiPlay Sound

Le Immagini
I Funerali
Biblioteca Università di Bologna
Funerali di Walter Rossi, studente che militava in Lotta continua assassinato mentre distribuiva volantini. Roma, 3.10.1977 — Biblioteca Universitaria di Bologna – BUB


da Wikipedia

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