Casa della Memoria presenta, all’interno del ciclo di incontri “Il lungo cammino di Piazza della Loggia. La sentenza sulla strage di piazza Loggia”
Nel lavoro della memoria operato dalle collettività, il passato si trasforma in attività concreta nel presente: si fa memoriale, rituale, monumento, archivio, testimonianza, racconto. Quindi diventa pratica della memoria. E le comunità di memoria si riferiscono al passato per trarne quegli elementi che consentano loro di elaborare uno spazio simbolico e sociale per costituirsi, come comunità, nel futuro. In tal senso, il ricordare attiene strettamente a precise dinamiche del mutamento sociale. Esso non si risolve in un cieco riferimento al passato, ma diviene un processo culturale che mette in evidenza gli orizzonti di senso dell’azione degli individui e della collettività nel presente, per le loro progettualità.
Il passato può concretizzarsi nel presente anche attraverso la cultura materiale. La memoria delle e nelle cose, la memoria sedimentata negli spazi urbani, i tanti luoghi punteggiati di dolore, assumono simbolicamente la funzione della presenza di ciò che è stato. Con ciò, non va dimenticato che qualsiasi potere è toponimico, e instaura il suo ordine dei luoghi nominandoli. Può così intervenire sullo spazio per generare indifferenza rispetto al passato, oppure per valorizzarne il ricordo. Ancora, per includere nella sfera della cittadinanza qualcuno e escludere qualcun altro, per disconoscere o riconoscere.
Brescia è la mia città, e come i miei concittadini so bene cosa accadde il 28 maggio 1974: la bomba e la strage. Quando cammino in Piazza della Loggia e mi avvio verso la Torre dell’Orologio, vicino a una delle colonne dei portici, recante ancora lo sfregio di quello scoppio, i miei piedi compiono simbolicamente il gesto di mani che aprono un libro, il libro di ciò che è accaduto, qui ma anche altrove. Il selciato è l’epidermide di una città, più o meno curato, più o meno liscio. Ma è anche il deposito mnemonico di eventi drammatici, reca le tracce delle macchie di sangue ormai lavate dagli uomini e dal tempo. Il suolo è impregnato di biografie interrotte, di sofferenze e traumi. Quindi la geografia urbana diventa geografia emozionale ed etica. Per questo lo spazio, come mappa degli accadimenti di un tempo, può porsi come resistenza a cambiamenti violenti e risorsa per contrastare la cancellazione del ricordo. In un’epoca caratterizzata da un profondo sradicamento e da una frenetica accelerazione, la relazione analizzerà il ruolo dei luoghi come àncora per fronteggiare il narcisismo post-morale e sviluppare una responsabilità per la libertà che non rimuova la comunità.
Adriano Zamperini è professore di Psicologia della violenza e di Psicologia del disagio sociale presso l’Università degli Studi di Padova. Presso la medesima Università, è direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca per gli Studi Interculturali e sulle Migrazioni (CIRSIM) e direttore del Master: “Dirigente della sicurezza urbana e contrasto alla violenza”.
Fra i suoi scritti: Psicologia sociale della responsabilità (Utet 1998), Psicologia dell’inerzia e della solidarietà (Einaudi 2001), Prigioni della mente (Einaudi 2004), L’indifferenza (Einaudi 2007), L’ostracismo (Einaudi 2010), La bestia dentro di noi. Smascherare l’aggressività (Il Mulino, 2014), Violenza e democrazia (Mimesis 2016, con M. Menegatto). Ha curato, apportando contributi personali, l’edizione italiana di classici della psicologia, tra cui: W. Reich, Psicologia di massa del fascismo, Einaudi 2002; S. Milgram, Obbedienza all’autorità, Einaudi 2003. È inoltre tra i curatori e autori dell’opera, in due volumi, dal titolo Psiche. Dizionario storico di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze, Einaudi 2006-2007.
Con un ruolo di primo piano, i libri sono entrate a far parte del dibattito culturale e scientifico in merito ai temi della responsabilità, della violenza collettiva, della solidarietà e dell’indifferenza. Un riscontro testimoniato dalle numerose recensioni su riviste scientifiche e sui principali organi di stampa nazionali (la Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, il Domenicale del Sole 24 Ore, Avvenire, L’Osservatore Romano, L’Espresso, L’indice dei Libri, il Manifesto, e altri ancora).
Il progetto è svolto in collaborazione con gli enti e le associazioni delle varie realtà che in tutti questi anni hanno alimentato la ricerca di verità e la necessità di fare memoria.
Palazzo della Loggia
Piazza Loggia
Giovedì 15 Marzo ore 18.00
Di seguito potete trovare il programma completo del ciclo di incontri “Il lungo cammino di Piazza della Loggia. La sentenza sulla strage di piazza Loggia” : http://bit.ly/lungo_cammino_giustizia