1981
27 aprile, Torre del Greco (NA)
Mario Cancello, 35 anni, dipendente della Regione Campania
Luigi Carbone, Brigadiere di Pubblica Sicurezza
Il Sequestro Cirillo
La sera del 27 aprile 1981 un quarto d’ora prima delle dieci di sera a Torre del Greco la colonna napoletana delle Brigate Rosse sequestra Ciro Cirillo. Dal 1981 l’esponente democristiano è assessore ai lavori pubblici di Regione Campania. Cinque militanti del partito armato lo prelevano dal garage della sua abitazione torrese, via Cimaglia 125. A guidare il commando c’è il capo della colonna partenopea delle Br, Giovanni Senzani. In quelle fasi concitate muoiono il brigadiere di P.S. Luigi Carbone, di scorta al politico campano, e l’autista Mario Cancello, mentre resta gambizzato Ciro Fiorillo, segretario dell’assessore Cirillo. Poco dopo le 22 il giornalista Luigi Necco compare sugli schermi della RAI per un’edizione straordinaria del telegiornale in cui dà notizia dell’azione criminale dei terroristi. Da allora inizia una delle vicende più oscure non solo della storia campana e della vicenda post sismica degli anni Ottanta, ma di tutta la vicenda repubblicana italiana.
(…) I brigatisti di Giovanni Senzani fuggono da Torre del Greco e portano l’ostaggio in un appartamento di Cercola, nel centralissimo corso Riccardi, a meno di dieci chilometri di distanza. Quella sarà la “prigione del popolo” di Cirillo per i successivi 89 giorni: molto simile a quella di Aldo Moro e degli altri ostaggi delle Br, con lettino e gabinetto chimico. Secondo quanto ricostruito dal giudice Carlo Alemi all’indomani del sequestro, il 28 aprile 1981, i servizi segreti si mobilitano per liberare l’assessore dalle mani dei brigatisti rossi. Si arriva a un primo incontro presso il super carcere di Ascoli Piceno (ma altri ne seguiranno). Come ricostruito dall’autorità giudiziaria partecipano due funzionari del SISDE, appunto, il boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo, lì detenuto e l’ex segretario di Cirillo: è presente anche il luogotenente di Cutolo, Enzo Casillo. Da quel momento, su precisa richiesta di soggetti appartenenti ad apparti di sicurezza della Repubblica Italiana, Cutolo entra da protagonista nella vicenda Cirillo. Il boss di Ottaviano chiede e ottiene però che nella trattativa vi siano due suoi fedelissimi: Corrado Iacolare ed Enzo Casillo. Quest’ultimo, latitante, viene addirittura fornito di un tesserino di copertura dei servizi segreti (misteriosamente salterà in aria nella sua auto il 29 gennaio 1983 a Roma a poca distanza dalla sede del SISMI, i servizi segreti militari). Le Brigate Rosse tra il 30 aprile e il 7 maggio del 1981 diffondono tre comunicati. Cirillo, sottoposto a “processo popolare” con tanto di riprese video, viene accusato, tra l’altro, della “deportazione dei proletari terremotati”. Il 12 maggio le BR, con il comunicato numero 5, diffondono un messaggio del sequestrato. Cirillo dice:“Terremotati, sono Ciro Cirillo, sono rinchiuso nella prigione del popolo come prigioniero di guerra delle BR. Sto pagando 30 anni di attività antiproletaria. Ho capito che la ricostruzione non può essere basata sulla deportazione”. Pochi giorni dopo il capogruppo Dc al consiglio comunale di Napoli chiede la requisizione di 900 case sfitte da assegnare ai terremotati. Il 7 giugno, dopo giorni di silenzio, a casa Cirillo arriva una lettera scritta dallo stesso ostaggio e indirizzata ai figli Franco e Bernardo. Le Br chiedono la pubblicazione integrale dell’interrogatorio cui hanno sottoposto Cirillo. Pochi giorni dopo il quotidiano “Lotta Continua” pubblica i verbali con il titolo: “Quattro pagine che avremmo preferito non pubblicare”. Cirillo ha raccontato 30 anni di potere e di Democrazia cristiana a Napoli, elencando nomi, correnti e strategie politiche. Il 9 luglio 1981 arriva il comunicato numero 11 con la tristemente nota stella a cinque punte che contiene un lugubre messaggio: “Il processo a Ciro Cirillo è terminato e la condanna a morte di questo boia è la giusta sentenza in questa società divisa in classi ed è nello stesso tempo il più alto atto di umanità che le forze rivoluzionarie possono compiere”. E c’è anche una telefonata (della quale esiste l’audio) del brigatista Antonio Chiocci che annuncia la macabra sentenza: “Il processo a Ciro Cirillo è terminato e la condanna a morte di questo boia è la giusta sentenza in questa società divisa in classi”. Intanto alla famiglia arriva una richiesta di riscatto: 5 miliardi. Ma alla fine i terroristi si “accontenteranno” di 1 miliardo e 450 milioni di lire, consegnati il 21 luglio 1981 da un intermediario della famiglia Cirillo a un brigatista a Roma, sul tram che collega la stazione di termini a Centocelle. Il 24 luglio 1981 l’assessore Ciro Cirillo viene rilasciato in un palazzo abbandonato di via Stadera a Napoli, in zona Poggioreale. Una pattuglia della polizia stradale lo intercetta in via Traccia, lì vicino, e lo carica a bordo, diretta verso la Questura di Napoli dove i magistrati vogliono interrogare Cirillo. Come ricorda il magistrato Libero Mancuso, la pattuglia non ha ancora percorso duecento metri, quando altre 3 volanti la bloccano. Da una di esse scende il vicequestore Biagio Giliberti, che intima ai poliziotti di consegnargli Cirillo. Che viene accompagnato a casa sua, a Torre del Greco, dove i magistrati per 48 ore non potranno avvicinarlo, contrariamente ad Antonio Gava e a Flaminio Piccoli, all’epoca segretario politico della Dc, che invece fanno visita a Ciro Cirillo. Nel novembre 1981 Cirillo lasciò la poltrona di assessore regionale e il 16 aprile 1982 si dimise anche da consigliere regionale. Fu la fine della sua carriera politica. Morirà il 30 luglio 2017, a 96 anni, senza mai aver chiarito fino in fondo le circostanze della sua liberazione.
Fonte
Il Giornale
Sequestro Cirillo: 50 anni di misteri e di veleni
Approfondimenti
The Vision
QUANDO LO STATO TRATTAVA CON I TERRORISTI CHIEDENDO AIUTO ALLA CAMORRA
Ugo Maria Tassinari
27 aprile 1981: rapito Ciro Cirillo, uccisi autista e scorta. La storia del riscatto
Video
Piantiamo la memoria – Facebook
27 aprile – Mario Cancello e Luigi Carbone
Il Mattino
Cirillo, l’ex Dc ostaggio delle Brigate Rosse: nella tomba gli ultimi misteri
Spazio70
Cirillo: «Senzani era incappucciato ma lo riconobbi dall’accento»
Fanpage
Sequestro Ciro Cirillo, Rosetta Cutolo: “Qua venivano i politici, andavano tutti da mio fratello”
Sound
Rai Play Sound
Il Sequestro Cirillo
Luigi Carbone, da Cadutipolizia.it
Mario Cancello da Aiviter
Giovanni Senzani, da The Vision
Ciro Cirillo, da Il Post
da Corriere del Mezzogiorno