La sera del 20 giugno 2017 la Prima Sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati – Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte – condannati all’ergastolo per la strage di piazza della Loggia da una sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano del 22 luglio 2015, che giudicava in sede di rinvio dopo l’annullamento della precedente sentenza di assoluzione della Corte d’Assise d’Appello di Brescia. Il dedalo di indagini, processi e sentenze è così giunto a una via d’uscita
A. Vigani “Un lampo di verità. La sentenza sulla strage di piazza Loggia”
I Processi e il loro iter giudiziario
Parte della documentazione è reperibile anche sul sito: www.fontitaliarepubblicana.it
La richiesta di revisione del processo (quinto procedimento) di Maurizio Tramonte.
Il 26 settembre 2023 la Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato da Maurizio Tramonte (condannato all’ergastolo) che chiedeva la revisione del processo e aveva impugnato il rigetto della Corte d’appello di Brescia sulle presunte nuove prove dell’ex informatore dei servizi segreti, ovvero foto che avrebbero comprovato che la “fonte Tritone” non sarebbe stata in piazza il giorno della strage. Febbraio 2024: si ha notizia dal Corriere della Sera che i legali di Tramonte sono al lavoro per una revisione bis.
Il nuovo procedimento iniziato nel 2023 con imputati Marco Toffaloni e Roberto Zorzi.
Il 23 marzo 2023 è iniziata al Palazzo di Giustizia di Brescia l’udienza preliminare sul nuovo filone d’inchiesta per la Strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. La Procura, con il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli e il sostituto Caty Bressanelli, ha chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Zorzi, che non si è presentato in aula, e per Marco Toffaloni, che non aveva ancora 17 anni il 28 maggio 1974. L’udienza è stata caratterizzata dalla mancata costituzione di parte civile da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri. Non era mai accaduto prima. Il 5 aprile 2023 Marco Toffaloni è stato rinviato a giudizio dal Tribunale dei Minori. La decisione per Roberto Zorzi è attesa nel 2023. I due sono accusati di essere gli esecutori materiali della strage.
Durante l’udienza del 7 settembre 2023 riguardante Marco Toffaloni, il Tribunale dei Minori di Brescia ha accolto un’eccezione della difesa dell’uomo, all’epoca minorenne: agli atti non risultava un’elezione di domicilio valida. La circostanza ha portato alla nullità di tutte le notifiche. Si deve ricominciare dunque dal gup e da una nuova decisione sul rinvio a giudizio. Il 7 marzo 2024, alla prima udienza del processo, nuovo rinvio al giudice dell’udienza preliminare per una eccezione di nullità sollevata dall’avvocato difensore. Il 22 aprile 2024 c’è il definitivo rinvio a giudizio. A distanza di due giorni dal cinquantesimo anniversario c’è una certezza in più. La strage di piazza della Loggia non è prescritta. Per la storia e nemmeno per la giustizia italiana. Lo ha stabilito il tribunale di minorenni di Brescia il 30 maggio 2024, giorno in cui è iniziato il processo. Ulteriori udienze il 6 e 14 giugno 2024, con l’audizione del colonnello dei Ros Massimo Giraudo. Il 19 settembre la supertestimone Ombretta Giacomazzi ribadisce che Toffaloni e Zorzi sono gli autori materiali della strage. Il 3 ottobre il Giudice dispone il trasferimento coattivo di Toffaloni dalla Svizzera.
Relativamente a Roberto Zorzi è stata ammessa la costituzione di parte civile da parte della Presidenza del Consiglio di ministri. Il 31 ottobre 2023 si è svolta udienza preliminare. L’Avvocatura dello stato ha chiesto il rinvio a giudizio del 70enne veronese. il 13 novembre 2023 il Gup del tribunale di Brescia ha rinviato a giudizio Roberto Zorzi. Il processo inizia il 29 febbraio 2024 con un rinvio per carenza di personale. La nuova data per la successiva udienza è il 18 giugno 2024. E il 18 giugno il processo è iniziato.”Vogliamo celebrarlo in tempi contenuti anche se dal punto di vista del numero di magistrati rispetto al mese scorso la situazione non è migliorata, ma è addirittura peggiorata”, ha detto in aula il presidente della Corte d’Assise di Brescia Roberto Spanó.